Quando sentì parlare dello YCCS per la prima volta?
La prima volta fu nel 1983 con Azzurra, la prima sfida italiana all’America’s Cup. All’epoca la Coppa America era una regata quasi leggendaria, di cui avevo letto nei libri, mentre da allora in poi, grazie all’inaspettato successo della barca dello YCCS si comprese che poteva essere alla portata anche di un team italiano.
Ci racconta della proposta di entrare a far parte dello YCCS? Quale emozione ha provato?
Ricordo perfettamente la telefonata dell’allora Commodoro Alberini in una piovosa domenica mattina della prima settimana del febbraio 2001. Ero appena stato trasferito da La Maddalena, dove avevo trascorso tre anni come Aiutante di Bandiera dell’Ammiraglio Comandante della Regione Sardegna e al Comando di Nave Argo (unità di rappresentanza della Marina Militare che era destinata principalmente alle attività della Presidenza della Repubblica) in quegli anni a disposizione del Presidente Ciampi. Essendo di base a La Maddalena ebbi la possibilità di partecipare ad alcune regate organizzate dallo YCCS a bordo delle unità della Marina e fu così che entrai in contatto con Gianfranco Alberini. Fu lui a propormi in quel febbraio del 2001 di trasferirmi a Porto Cervo e di affiancarlo nell’organizzazione delle attività sportive dello YCCS. Anche lui proveniva dalla Marina e probabilmente reputò che le mie competenze fossero adeguate all’incarico. Oggi, dopo 25 anni, posso dire che ha avuto ragione.
Qual è il suo primo ricordo allo Yacht Club Costa Smeralda?
Ricordo che pochi giorni dopo il mio arrivo ci trasferimmo a lavorare in uffici di fortuna attrezzati temporaneamente al Centro Sportivo. Erano i primi anni 2000, iniziava un processo di ristrutturazione che sarebbe durato due anni, consentendo comunque di poter essere operativi da inizio maggio a fine settembre per lo svolgimento delle regate. È stato sicuramente un periodo molto interessante ed emozionante, oltre alle attività correlate alle regate ho avuto anche la possibilità di vivere la profonda ristrutturazione della struttura YCCS. Partecipare alle riunioni invernali con S.A. l’Aga Khan IV e l’architetto Peter Marino era una esperienza completamente nuova e motivante, venivano prese decisioni che poi hanno delineato l’attuale forma di tutta questa area della Marina.
Cosa ha significato per lei ricoprire il ruolo di Direttore Sportivo e Segretario Generale dello YCCS in questi ultimi 25 anni?
È stato un percorso professionale e umano profondamente significativo ma anche una scelta di vita. Ho avuto il piacere e l’onore di lavorare con persone di rilievo che per me sono sempre state leggendarie, le conoscevo solamente dalla televisione e dai giornali. Armatori e velisti che hanno scritto le pagine della storia delle regate a livello internazionale. Ho avuto l’opportunità di conoscere, tra i Soci YCCS, imprenditori illuminati e professionisti affermati. Il mio ruolo mi ha permesso di avere un punto di osservazione privilegiato per poter apprezzare l’evoluzione del mondo nautico e velico.
Lo stesso entusiasmo l’ho provato nelle relazioni con i partner: un esempio su tutti è la collaborazione con Rolex, iniziata nel 1984,precedentemente al mio arrivo, in cui sono stato coinvolto per 25 anni e mi ha consentito di apprezzare l’evoluzione di un legame che è andato oltre il mero sport interessando visione e valori.
Ha rinunciato alla carriera in Marina Militare per venire allo YCCS, quali insegnamenti di quell'esperienza professionale le sono stati utili?
Sicuramente la formazione in Marina è stata per me fondamentale: l’affrontare i vari imprevisti che si sono presentati nel corso degli anni, cercando di minimizzarli con una attenta programmazione, è uno degli insegnamenti appresi in Marina e in mare. A bordo di una barca, militare o meno, ognuno ha il proprio ruolo e deve svolgerlo al meglio per il miglior risultato possibile.
Ripensando al tempo trascorso allo YCCS, quali aggettivi utilizzerebbe per descriverlo?
Appagante e di grande soddisfazione, impegnativo e immersivo, con significative responsabilità e notevole prestigio.
Può raccontarci un episodio o un aneddoto legato al mondo delle regate che le è rimasto impresso?
In tutti questi anni gli episodi e aneddoti sono stati molti ed è difficile stilare una classifica. Posso, però, affermare che principalmente ricordo le persone incontrate e dalle quali ho imparato, con le quali mi sono confrontato e quelle con cui siamo riusciti a realizzare quanto è oggi lo YCCS.
Qual è stato il momento più emozionante che d’istinto le viene subito in mente?
Anche i momenti emozionanti sono stati molti. Potrei menzionare: la prima regata di cui sono stato incaricato dell’organizzazione a Porto Cervo, l’inaugurazione della nuova sede al termine della ristrutturazione, una cena organizzata nel 2004 sull’Amerigo Vespucci davanti a Porto Cervo per festeggiare vent’anni di regate con Rolex, i passaggi notturni delle regate d’altura all’Osservatorio Regate in compagnia di colleghi e amici, l’arrivo per la prima volta in catamarano a Virgin Gorda, ai Caraibi, la campagna e la vittoria con il team Azzurra al Louis Vuitton Trophy di Nizza e poi a La Maddalena e ad Auckland. Sono state anche molto emozionanti queste ultime settimane trascorse a Porto Cervo, incontrare e salutare tante persone durante le regate di settembre è stato un momento intenso. È stato sicuramente emozionante, durante l’ultima riunione del Consiglio Direttivo a cui ho partecipato, venire accolto tra i Soci Onorari dello YCCS. Non mi aspettavo tale riconoscimento, ne sono onorato e grato.
Cosa ha rappresentato per lei lo Yacht Club Costa Smeralda? E cosa continuerà a rappresentare nella sua personale memoria?
Non ho avuto ancora modo di realizzare pienamente quanto questi 25 anni abbiano rappresentato, sicuramente ci vorrà un po’ di tempo per “decomprimere” tutti i ricordi accumulati in tanti anni di intensa attività. Tuttavia, nelle ultime settimane trascorse allo YCCS credo di aver compreso quanto è stato fatto durante la mia permanenza al Club. In un arco di tempo abbastanza lungo, con una visione lungimirante, un team adeguato e le necessarie risorse economiche si possono raggiungere risultati molto importanti.
Dopo 25 anni, cosa porta con sé di questa esperienza e che cosa invece lascia?
Sicuramente aver partecipato all’evoluzione dello YCCS e delle sue attività è stato il lato più significativo della mia esperienza. Naturalmente porto con me i rapporti che si sono consolidati in questi anni con diversi amici che ho conosciuto durante la mia esperienza al Club. Senza il supporto e la collaborazione di varie persone, alcune fondamentali, non si sarebbero raggiunti i traguardi ai quali oggi guardo con soddisfazione.
Vuole aggiungere qualcosa?
Vorrei ringraziare coloro con cui ho avuto il piacere di condividere questa esperienza e quanti hanno riposto in me la fiducia che mi ha permesso di realizzare i numerosi progetti e attività in questi anni. Evito di fare un elenco di nomi che sarebbe troppo lungo, con il rischio di dimenticare qualcuno. Aver avuto l’opportunità di lavorare con i Consiglieri, Revisori ed i Probiviri del Club, oltre a quattro Commodori che si sono avvicendati nel corso degli anni, è sicuramente motivo di grande soddisfazione. Ci tengo però, soprattutto, a ringraziare sinceramente la famiglia Aga Khan e in particolare S.A. l'Aga Khan IV, scomparso purtroppo quest’anno, e la Principessa Zahra, senza i quali non avrei avuto l’opportunità di poter scrivere quanto sopra e vivere questa esperienza unica.